Un concorso di poesia per studenti
Questo articolo non ha pretesa alcuna, se non quella di essere una raccolta di materiale da mostrarvi in vista del consorso di poesia “Luigina Ferrarese Bortolato” 2018 indetto dal Gruppo culturale “Albino Luciani” per la festa del patrono di Chirignago (San Giorgio) che si terrà nell’aprile 2018.
Si tratta di un concorso bandito da una associazione locale, che più o meno fa capo alla parrocchia (anche se formalmente è una associazione culturale, non un gruppo parrocchiale) con la quale l’Istituto comprensivo “Cristoforo Colombo” di Chirignago collabora. Da anni gli alunni della Scuola primaria “Colombo” partecipano più o meno in massa, ed è per loro una bella occasione. Della scuola media non tutti partecipano, anzi, di solito partecipano davvero in pochi, ma qualcuno sì.
A me piacerebbe proporre la partecipazione quest’anno ai ragazzi della prima C e della terza C perché si tratta di un tema in qualche modo legato ai numeri, se non alla matematica.
Il tema infatti è: “Un, due, tre, stella. Filastrocche e poesie per contare, giocare e fantasticare.”
Regolamento
- Le poesie, una per autore, devono essere inedite.
- Ogni poesia deve essere consegnata in busta chiusa presso la segreteria della Canonica in piazza San Giorgio n. 452 o inviata per posta elettronica (voltolina dot ornella at virgilio dot it) entro e non oltre lunedì 12 marzo 2018. Le poesie composte a scuola possono essere spedite via mail dagli insegnanti.
- La busta con la poesia deve indicare esternamente: Concorso di poesia “Luigina Bortolato” e contenere internamente i dati personali dell’autore: nome, cognome, indirizzo, telefono ed età. I dati personali saranno utilizzati solo ai fini del Concorso.
- Le poesie pervenute verranno suddivise in tre categorie: bambini, giovani ed adulti e la Commissione Esaminatrice procederà alla segnalazione di quelle ritenute più significative ed originali.
- Le poesie segnalate saranno lette nella chiesa di Chirignago, durante il concerto di San Giorgio, la sera di venerdì 27 aprile 2018, alle ore 20,30.
- Le poesie pervenute saranno raccolte in una pubblicazione.
- Per quanto riguarda la realizzazione del punto 6, in caso di problemi di organizzazione, la Commissione preposta si riserva di decidere diversamente e di darne sollecita informazione.
Calligrammi – Poesia visiva
Acrostici
1 giorno di aprile
4 nuvole in cielo
1 vento leggero:
9 mesi hai aspettato
7 camicie hai sudato: alle
4 son nato
(ehm… questa l’ho scritta io… lo so che è bruttina, ma era giusto per fare un esempio di un acrostico su una data di nascita…)
Tautogrammi
In un tautogrmma, tutte le parole dovrebbero iniziare con la stessa lettera.
Qua potrebbe essere che tutte le parole iniziassero con la stessa lettera di un numero.
Oppure tutti i versi potrebbero in cominciare con lo stesso numero.
Mi viene in mente un gioco che facevamo agli scout…
Un uccello uggioso
Due draghi decisamente distratti
Tre tremebonde tremende terribili talpe
Quattro quiete querule quatte quaglie qualsiasi
Cinque ciondolanti cicloturisti cileni ciechi comunque circolanti
Sei semplicemente sciocchi senatori segretamente sputanti sentenze superflue
Sette serene sirene saggiamente sedute senza soffrire sensazioni sedentarie
Otto ottusi ottuagenari ottimisti ottentotti ogn’ora ostentatamene occhieggianti ottomana originale
Nove nobildonne nordafricane nubili, nevrasteniche, noiose, neghittosamente neganti notevoli necessità nazionali
Dieci decisamente dignitosi diavoli disorientati doppiamente diffidenti dimolto dimagriti dicono dolenti: “Davvero?”
Numero di strofe, numero di versi, numero di sillabe
Si potrebbero fare componimenti cubici: con un certo numero di strofe, ciascuna con lo stesso numero di versi, ciascuno con lo stesso numero di sillabe…
Se tu sai
dove vai
e chi sei
non sarà
il papà
di Nanà
a far sì
che da lì
venga qui.
Ok, non ha nessun senso, ma non sono io che devo scrivere le poesie… Era solo per spiegare che cosa intendevo!
Poesie scritte sul nastro di Moebius
https://anfiosso.wordpress.com/page/147/?from=180
Ci devo provare, potrebbe essere un’idea…
Mnemotecnica sulle cifre di pi greco
http://keespopinga.blogspot.it/2009/01/prova-per-scrivere.html
http://utenti.quipo.it/base5/numeri/pigreco.htm
Poesie di Giorgio Caproni
Geometria
L’importante è colpire
alle spalle.
Così si forma un cerchio
dove l’inseguito insegue
il suo inseguitore.
Dove non si può più dire
(figure concomitanti
fra loro, e equidistanti)
chi sia il perseguitato
e chi il persecutore.
Poesie di Wislawa Szymborska
Contributo alla statistica
Su cento persone:
che ne sanno sempre più degli altri
– cinquantadue;
insicuri a ogni passo
– quasi tutti gli altri;
pronti ad aiutare,
purché la cosa non duri molto
– ben quarantanove;
buoni sempre,
perché non sanno fare altrimenti
– quattro, be’, forse cinque;
propensi ad ammirare senza invidia
– diciotto;
viventi con la continua paura
di qualcuno o qualcosa
– settantasette;
dotati per la felicità,
– al massimo poco più di venti;
innocui singolarmente,
che imbarbariscono nella folla
– di sicuro più della metà;
crudeli,
se costretti dalle circostanze
– è meglio non saperlo
neppure approssimativamente;
quelli col senno di poi
– non molti di più
di quelli col senno di prima;
che dalla vita prendono solo cose
– quaranta,
anche se vorrei sbagliarmi;
ripiegati, dolenti
e senza torcia nel buio
– ottantatré
prima o poi;
degni di compassione
– novantanove;
mortali
– cento su cento.
Numero al momento invariato
Pi greco
Degno di meraviglia è il numero Pi greco
tre virgola uno quattro uno.
Le sue cifre seguenti sono ancora tutte iniziali,
cinque nove due, perchè non ha mai fine.
Non si fa abbracciare sei cinque tre cinque con lo sguardo,
otto nove con il calcolo,
sette nove con l’immaginazione,
e neppure tre due tre otto per scherzo, o per paragone
quattro sei con qualsiasi cosa
due sei quattro tre al mondo.
Il più lungo serpente terrestre dopo una dozzina di metri s’interrompe.
Così pure, anche se un po’ più tardi, fanno i serpenti delle favole.
La fila delle cifre che compongono il numero Pi
non si ferma al margine del foglio,
riesce a proseguire sul tavolo, nell’aria,
su per il muro, il ramo, il nido, le nuvole, diritto nel cielo,
per tutto il cielo atmosferico e stratosferico.
Oh come è corta, quasi quanto quella di un topo, la coda della cometa!
Quanto è debole il raggio di una stella, che s’incurva nello spazio!
Ed ecco invece due tre quindici trecento diciannove
il mio numero di telefono il tuo numero di camicia
l’anno mille novecento settanta tre sesto piano
numero di abitanti sessanta cinque centesimi
giro dei fianchi due dita una sciarada e una cifra,
in cui vola vola e canta, mio usignolo
e si prega di mantenere la calma,
e così il cielo e la terra passeranno,
ma il Pi greco no, quello no,
lui sempre col suo bravo ancora cinque,
un non qualsiasi otto,
un non ultimo sette,
stimolando, oh sì, stimolando la pigra eternità
a durare.
Ad alcuni piace la poesia
Ad alcuni –
cioè non a tutti.
E neppure alla maggioranza, ma alla minoranza.
Senza contare le scuole, dove è un obbligo,
e i poeti stessi,
ce ne saranno forse due su mille.
Piace –
ma piace anche la pasta in brodo,
piacciono i complimenti e il colore azzurro,
piace una vecchia sciarpa,
piace averla vinta,
piace accarezzare un cane.
La poesia –
ma cos’è mai la poesia?
Più d’una risposta incerta
è stata già data in proposito.
Ma io non lo so, non lo so e mi aggrappo a questo
Come alla salvezza di un corrimano.
Grande numero
Quattro miliardi di uomini su questa terra,
ma la mia immaginazione è uguale a prima.
Se la cava male con i grandi numeri.
Continua a commuoverla la singolarità.
Svolazza nel buio come la luce d’una pila,
illumina solo i primi visi che capitano,
mentre il resto se ne va nel non visto,
nel non pensato, nel non rimpianto.
Ma questo neanche Dante potrebbe impedirlo.
E figuriamoci quando non lo si è.
Anche se tutte le Muse venissero a me.
Non omnis moriar — un cruccio precoce.
Ma vivo intera? E questo può bastare?
Non è mai bastato, e tanto meno adesso.
Scelgo scartando, perché non c’è altro modo,
ma quello che scarto è più numeroso,
è più denso, più esigente che mai.
A costo di perdite indicibili — una poesiola, un sospiro.
Alla chiamata tonante rispondo con un sussurro.
Non dirò di quante cose taccio.
Un topo ai piedi della montagna materna.
La vita dura qualche segno d’artiglio sulla sabbia.
Neppure i miei sogni sono popolati come dovrebbero.
C’è più solitudine che folle e schiamazzo.
Vi capita a volte qualcuno morto da tempo.
Una singola mano scuote la maniglia.
La casa vuota si amplia di annessi dell’eco.
Dalla soglia corro giù nella valle
silenziosa, come di nessuno, già anacronistica.
Da dove venga ancora questo spazio in me —
non so.
Poesie di Trilussa (Carlo Alberto Salustri)
La statistica
Sai ched’è la statistica? È na’ cosa
che serve pe fà un conto in generale
de la gente che nasce, che sta male,
che more, che va in carcere e che spósa.
Ma pè me la statistica curiosa
è dove c’entra la percentuale,
pè via che, lì, la media è sempre eguale
puro co’ la persona bisognosa.
Me spiego: da li conti che se fanno
seconno le statistiche d’adesso
risurta che te tocca un pollo all’anno:
e, se nun entra nelle spese tue,
t’entra ne la statistica lo stesso
perch’è c’è un antro che ne magna due.
Nummeri
– Conterò poco, è vero:
– diceva l’Uno ar Zero –
ma tu che vali? Gnente: propio gnente.
Sia ne l’azzione come ner pensiero
rimani un coso voto e inconcrudente.
Io, invece, se me metto a capofila de cinque zeri tale e quale a te,
lo sai quanto divento? Centomila.
È questione de nummeri. A un dipresso
è quello che succede ar dittatore
che cresce de potenza e de valore
più so’ li zeri che je vanno appresso.
Poesie di Roberta Lipparini
I numeri
Il 2 è inginocchiato
l’1 è sull’attenti
il 3 ha la bocca aperta
perché soffre il mal di denti
Il 5 è un serpente
il 4 è un seggiolino
il 6 ha nel pancione
un figlio numerino
L’8 è un pupazzo
il 7 è po’ impalato
il 9 era un 6
ma poi sì è ribaltato
Si arriva all’infinito
con un grande scompiglio
grazie anche allo 0
che da solo è un sbadiglio
L’otto
Tutti gli inverni
lui si traveste
gli piace la neve
che lo riveste
In classe
lo cerca la maestra
ma lui è in giardino
proprio sotto la finestra
Una magra carota
al posto del naso
gli occhi son bottoni
di lucido raso
Ma noi lo sappiamo
che lì sotto sotto
nascosto dal bianco
c’è il numero 8
Il sei
Sono un po’ teso
aspetto un bambino
anzi, a dire il vero
aspetto un numerino
Se mi guardo
ho un gran pancione
saremo presto in due:
che strana emozione!
Sarà un intero
o un decimale
un numero primo
o un numero reale?
E’ soprattutto
mi chiedo: chissà,
mi chiamerà mamma
oppure papà?
Il tre
Tre porcellini
tre sorelle
tre moschettieri
e tre caravelle
Le tre grazie
e tre caprette
e sul comò
le tre civette
Lo vedete
quanto ho da fare?
Lo capite
quanto devo contare?
Non ci voleva
accidenti
questo improvviso
mal di denti!
Poesia di Cesare Righi
Solo un numero
Perché non brucia questo numero
impresso a forza sulla mia pelle
non ho dolore fisico
Nell’anima sì
guardo la cifra e tutto trova una sua logica
7 sono i miei fratelli, o forse erano
2 i miei genitori, bruciati
3 i figli che mi son stati strappati
8 le volte che mi hanno torturato
4 i minuti di vita che mi restano
72384 questo è il mio nome
tutto il resto non conta
perché ora sono solo un ricordo
passato