allenamento 5 / 2017 – L’occhio del ciclope

Quinto allenamento

Innanzitutto complimenti agli aspiranti campioni che hanno già risolto il quarto quesito: Marco Cinquegrani (classe 2a C), Riccardo Falcier (classe 1a A), Eleonora Maso (classe 2a D),  Ilenia Defina (classe 2a C), Roberto Signoretto (classe 1a D), Laura Fronte (classe 2a A), Emma Pasin (classe 1a A), Pietro Cazzago (classe 1a D), Beatrice Da Lio (classe 1a A),  Sara Haxhi (classe 2a C), Anna Ceroni (classe 2a C), Ludovico Moschetta (classe 2a B), Giovanna Franz (classe 1a D), Andrea Sartori (classe 2a C), Aurora Volpato (classe 3a A), Luca Antonello (classe 2a C) e Andrea Dolfin (classe 3a A).

Per ora, un altro quesito considerato da 3 punti, ma non per questo banale.

Dai Campionati internazionali di giochi matematici: l’occhio del ciclope (Parigi, 31 agosto 1996)

Il piccolo Kevin ha sempre paura di sbagliare e perciò ha sempre con sè una tavola di moltiplicazione (o tavola pitagorica, come comunemente la chiamiamo a scuola).

Suo fratello Mattia ama porgli degli enigmi.

Ha confezionato una maschera di cartone, con un foro al centro. La maschera ricopre esattamente 9 quadretti della tavola di moltiplicazione, lasciando però visibile il numero centrale di tale zona nascosta.

Mattia dice a Kevin che ha nascosto 8 numeri la cui somma è 288.

Gli chiede allora qual è il numero visibile al centro della maschera.

Aiuta Kevin!

Aspetto le vostre soluzioni entro le ore 23:59 del 20 febbraio 2017.
Speditemele per posta elettronica, non come commento qui sotto, altrimenti chi vede il vostro commento si rovina il gusto di giocare.
Usando i commenti potete, invece, farmi domande o chiedere spiegazioni!

“Una grande scoperta risolve un grande problema, ma c’è una briciola di scoperta nella soluzione di qualsiasi problema. Il tuo problema può essere semplice, ma se mette alla prova la tua curiosità e mette in gioco le tue capacità di invenzione, e se tu lo risolvi con i tuoi mezzi, puoi provare la tensione e il trionfo della scoperta. Queste esperienze possono creare un gusto per il lavoro intellettuale e lasciare la loro impronta sulla mente e sul carattere per tutta la vita.”
(George Polya)

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