Paul Lockhart
Contro l’ora di matematica. Un manifesto per la liberazione di professori e studenti
Rizzoli, 2010
ISBN 978-88-17-03840-9
pagg. 117, euro 12,50
Avevo sentito tanto parlare di questo libro prima di leggerlo e ne avevo visti alcuni stralci, che subito mi avevano affascinato. Quando l’ho avuto sottomano l’ho bevuto tutto d’un fiato (è molto scorrevole) e ho ritrovato in esso tante riflessioni che, lavorando nella scuola, avevo sentito nascere dentro di me, anche se magari non a tutte ero riuscita a dare una voce compiuta. Lo consiglio a tutti i miei ex studenti, ma anche ai miei alunni di terza più propensi alla riflessione, e soprattutto a tutti i genitori dei miei alunni!
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Questo libro mi è piaciuto molto e parla di un matematico che spiega perché secondo lui è si e no utile l’ora che c’è nelle scuole di matematica perché viene spiegata in maniera molto diversa da come lui ricordava. E poi spiega delle cose che magari impariamo a scuola. Iolo consiglio a tutti i ragazzi.
Grazie, Giulia!
CONTRO L’ORA DI MATEMATICA
Saggio di PAUL LOCKHART
Il saggio di Paul Lockart, l’ho scelto inizialmente perché m’ incuriosiva il titolo.
Paul Lockhart, nel suo libro, esprime la sua contrarietà su come viene vista e insegnata la matematica nella scuola primaria e secondaria.
Il libro libera dal pregiudizio di una matematica che appare come una gabbia dove si resta chiusi insieme a formule, funzioni, e talvolta sbigottiti davanti al genio Pitagora e dai suoi teoremi.
Mi ha attirato la parte iniziale del libro, nella quale Lockhart non ha dubbi nel definire la matematica un’ arte da sentire, vivere e scoprire con lo stesso piacere e la stessa emozione delle scoperte che fa un bambino.
Lockhart nel raccontarci cosa ne pensa della matematica, esprime un parere importante e cioè che bisogna insegnare che cosa sono i numeri creando una relazione “d’amore eterna” dell’uomo con la materia.
Si chiede perché si tende a renderla noiosa con un insegnamento poco adatto.
Siamo infatti consapevoli che la matematica si arrivi ad odiarla negli anni della formazione obbligatoria e nell’ campo universitario per l’applicazione meccanica delle formule rispetto alla comprensione approfondita.
In più punti del saggio ciò che colpisce è l’ ostinazione a voler convincere il lettore sul fatto che il professore debba proporre i problemi ai ragazzi senza soluzioni, lasciando che siano loro a trovare le dimostrazioni ai teoremi e alle formule sviluppando così l’intuizione e la fantasia.
Mi ha lasciata un po’ perplessa l’espressione contenuta nel libro : la matematica è “la più grande delle arti e la più fraintesa”; sarebbe bello vedere la matematica paragonata alla musica, alla pittura, alla scultura o alla letteratura.
Il saggio di Lockhart è ricco di idee, opinioni e riflessioni ma soprattutto una sfida alla scuola passiva come la matematica che insegna.
Lui sostiene che anche per la matematica come per la filosofia ad esempio, sia importante apprendere conoscenza sia sul periodo storico in cui sono state pensate, sia sulla vita dei matematici.
E dopo amore e libertà Lockhart ci fa incontrare nel suo libro un altro pensiero, quello della passione grazie alla quale molte menti brillanti decidono di dedicare la loro vita alla ricerca e allo studio della matematica.
Nella sua rigorosità, un posto lo si può ancora trovare, a una costruzione del sapere ispirata da interesse, curiosità di sapere ed entusiasmo.
Questo libro lo consiglierei nell’ ambito scolastico, perché dopo averlo letto, porta a delle riflessioni più positive nei confronti di questa scienza.
Un salutone da Francesca! 🙂
Grazie Francesca!